Situata nel verde quartiere di Borgo Po a Torino, Villa Scott è un edificio di grande interesse storico e architettonico che incarna l’ideale del liberty torinese abbellito da incursioni neobarocche.
Per il suo aspetto un po’ decadente e malinconico nel 1974 la villa venne scelta da Dario Argento per fare da set cinematografico ad alcune riprese del film Profondo rosso, fatto che l’ha resa ancor più famosa e carica di mistero. Vediamo insieme più da vicino la sua storia, gli elementi artistici che la caratterizzano e alcune curiosità che la riguardano.
La storia di Villa Scott
Fu progettata dall’ingegnere e architetto torinese Pietro Fenoglio, uno dei più illustri rappresentanti del liberty italiano, su richiesta di Alfonso Scott, allora amministratore delegato di un’azienda automobilistica, la Rapid, che poi chiuse i battenti nel 1921. Fu realizzata nel 1902 ai piedi del Monte dei Cappuccini, in una bellissima zona residenziale di Torino, in cui si possono ammirare anche altri palazzi storici, che la nascente borghesia industriale di Torino cominciava in quegli anni a commissionare secondo i canoni liberty che all’epoca andavano di moda.
Alla morte di Scott, la casa fu donata all’ordine delle Suore della Redenzione che decisero di farne un collegio femminile, chiamato Villa Fatima. L’edificio rimase di proprietà delle suore fino ai primi anni duemila, quando venne acquistata da privati, che hanno portato a termine un buon restauro della villa al fine di farla tornare al suo autentico splendore.
Oggi è quindi una residenza privata, per cui purtroppo non è possibile visitarla. Gli appassionati del liberty e gli ammiratori di Dario Argento devono accontentarsi di spiare dal cancello le parti visibili dell’antica villa che emergono dalla vegetazione del giardino circostante.
Caratteristiche di villa Scott: omaggio al liberty con elementi neobarocchi
Villa Scott è stata ideata come una celebrazione dello stile liberty, ulteriormente arricchito da elementi di neobarocco e rivisitazioni di rococò in perfetto equilibrio con gli altri palazzi storici del quartiere. L’esterno è decorato con una moltitudine di logge, vetrate con ornamenti floreali e finestre ad arco sporgente, i cosiddetti “bovindi”, termine italianizzato che sta per l’inglese “bow window”.
Si presenta quindi al visitatore che la osserva da fuori come un’esplosione di forme fantasiose, volute e arrotondamenti che alleggeriscono il peso della sua imponenza per darle un tono nobile e solenne. Ovviamente in una residenza signorile non può mancare il giardino, che è molto ricco di piante, dotato di una suggestiva fontana e attraversato da un bel vialetto che porta all’elegante gradinata da cui si accede alla casa, che risulta quindi rialzata rispetto al cancello d’entrata.
Da collegio femminile a set di Profondo rosso
Nel periodo in cui era ancora di proprietà delle Suore della Redenzione, il regista Dario Argento decise che la villa possedeva tutte le caratteristiche per diventare il set perfetto della pellicola horror-noir che stava girando. Nel 1974, infatti, nelle scene del film “Profondo rosso” fece da location per la casa del bambino urlante, con la differenza che la storia si svolge a Roma e non a Torino.
Villa Scott è un luogo decisivo per il finale della trama, perché proprio qui Marc Daly (impersonato da David Hemmings), un pianista jazz testimone di un omicidio, trova un infantile disegno nascosto nell’intonaco di una parete. Emerge così l’ultimo anello di una catena di indizi che dà la chiave finale per comprendere la psicologia dell’assassino. Nel film la casa appare con il suo arredo originale, che la rende ancor più vera e credibile, forte del suo solenne e inquietante potere.
Una curiosità
Come poterono nel 1974, all’interno di villa Scott, conciliare le necessità delle suore di mandare avanti le attività del collegio femminile e i lavori per le riprese di Dario Argento? Il regista trovò una soluzione decidendo di pagare a tutte le allieve e alle religiose una villeggiatura a Rimini per tutto il periodo in cui gli sarebbe servita la villa per girare il film.
Ecco quindi spiegati i motivi della fama di questa famosa villa. Le sue interessanti trovate architettoniche e il suo fascino lugubre e maestoso sono in grado allo stesso tempo di intimorire e conquistare lo sguardo del visitatore, che purtroppo non può spingersi oltre i cancelli.
Leggi anche:
- La Casa Stregata di Mondello: la Misteriosa Villa dei Fantasmi
- Piazza Statuto a Torino: Triangolo della Magia Nera
- Chateau Miranda: lo Spettrale Castello Abbandonato più Bello del Mondo
- Il Portone del Diavolo a Torino e le Morti Misteriose