Jonestown: la città di Jim Jones
Quella del 18 novembre 1978 è una data che sarà sempre ricordata per il massacro di Jonestown. Si tratta di una vicenda che, pur avendo epilogo nel 1978, era iniziata diversi anni prima, con la fondazione del Tempio del Popolo, un movimento religioso che si ispirava alla politica socialista.
Il Tempio del Popolo vide le origini nel 1955: fondato dal pastore Jim Jones, nacque come un movimento che predicava l’amore e l’uguaglianza tra i popoli e il ritorno alle origini, lontano dalla tecnologia e dai vizi cittadini. Il sogno di Jones, infatti, era quello di fuggire dal mondo civile per dare vita a una comunità che si basava sugli ideali del socialismo e del bene comune e in cui si poteva vivere di agricoltura e cacciagione.
Jones non era un fanatico religioso: non aveva infatti creato una setta religiosa americana ma piuttosto un movimento, una corrente di pensiero. Inizialmente, egli fu molto stimato e apprezzato da esponenti della cultura e politica americana: oltre agli interessi religiosi mostrò interesse per la politica, coprendo, presso il Comune di San Francisco, il ruolo di assessore all’edilizia.
Contemporaneamente, affiancava al suo ruolo di assessore le attività con il Tempio del Popolo, che lo vedevano impegnato contro la diffusione della droga e a favore della libertà di stampa e della libertà dell’individuo in generale. La moglie del presidente Carter e il vice-presidente Mondale più volte sottolinearono l’impegno di Jones nelle attività sociali sul territorio.
Tuttavia, qualcosa iniziò a cambiare intorno alla fine degli anni Sessanta. Jim Jones iniziò a dare i primi segni di squilibrio mentale, proclamandosi l’incarnazione di Cristo e affermando di poter compiere miracoli. Anche tra i suoi seguaci, che erano arrivati a numeri superiori al migliaio, si iniziarono ad avere dei malcontenti, soprattutto in seguito a una serie di sospetti su molestie sessuali verso alcune adepte e adepti.
Jim Jones comprese che la sua posizione diveniva sempre più compromessa, anche per via di una serie di atteggiamenti ostili verso la religione cristiana e per le sue crescenti simpatie per le teorie comuniste. Per questo motivo, acquistò dal governo della Guyana, un Paese del Sud America, dei lotti di terra dove iniziò la costruzione della sua utopia, una sorta di terra promessa in cui poter vivere secondo i dettami del socialismo da sempre punto di riferimento del Tempio del Popolo.
Chiamò il villaggio costruito su quella terra Progetto Agricolo del Tempio del Popolo, ma il nome di Jonestown fece subito molta presa, soprattutto su quanti non facevano parte del villaggio stesso.
La vita a Jonestown e la strage al Tempio del Popolo
Jonestown si rivelò ben presto diversa da quella che gli adepti del Tempio del Popolo immaginavano. Le circa mille persone che nel 1977 si trasferirono nel villaggio creato dal nulla nel ben mezzo della foresta pluviale ai confini con il Venezuela iniziarono in breve tempo ad avere dei sospetti sulla vera possibilità di creare un mondo utopico come gli era stato raccontato da Jones.
Parallelamente, i famigliari di quanti si erano trasferiti a Jonestown iniziarono a rivolgersi alle autorità, preoccupati della sorte dei loro cari dei quali non avevano notizie. Inoltre erano state avviate una serie di indagini su Jim Jones e sulla sua setta religiosa in seguito alle precedenti denunce per molestie e si scoprirono diverse inquietanti vicende. Alcuni membri della setta, infatti, avevano subito anche torture e si erano registrati casi di sequestri di persona in seguito a tentativi di lasciare il Tempio del Popolo. Inoltre, a carico di Jones e del Tempio furono registrate alcune frodi fiscali.
Per accertarsi di quanto emerso dalle indagini, nel 1978 un gruppo di giornalisti e il deputato Leo Ryan raggiunsero Jonestown per verificare le voci relative al fatto che gli abitanti della comunità fossero in realtà prigionieri del predicatore e non più liberi di scegliere di tornare in America. Sulla strada del ritorno verso l’aeroporto, al termine della visita, la spedizione americana fu coinvolta in una sparatoria nella quale morì lo stesso Ryan, primo deputato della storia a morire in missione di lavoro. L’attentato era stato organizzato da Jim Jones che aveva scoperto che, con la delegazione americana, erano intenzionati a partire anche alcuni adepti della setta.
L’omicidio di Ryan fece precipitare gli eventi: Jones, completamente fuori di testa, iniziò a pensare che il Governo americano era pronto a distruggere la sua comunità. Per questo motivo ordinò ai propri adepti di compiere un ultimo sacrificio per il proprio credo. Così 911 persone decisero – o furono obbligate – a bere un cocktail al cianuro.
Quando tutti i suoi seguaci furono morti, Jones si suicidò con un colpo di pistola. Il suicidio collettivo dei seguaci del Tempio del Popolo sconvolse l’opinione pubblica soprattutto per la presenza, tra i morti, di numerosissimi bambini. Spesso, ci si rivolge a questo evento anche come alla strage di Jonestown.
Dopo la strage
Quanto si verificò a Jonestown rappresentò, come sottolineato, un evento che scosse molto l’opinione pubblica e durante i primi momenti vi fu una serie di voci, poi smentite, su quanto realmente successo nella comunità. Le indagini successive verificarono che non tutti gli adepti si suicidarono con il cianuro. Alcuni preferirono un colpo di revolver e altri, che non vollero eseguire gli ordini non avendo intenzione di sacrificarsi, furono uccisi. Anche per questo motivo, la pagina storica di Jonestown parla sempre più spesso non solo di suicidio, ma anche di omicidio di massa.
Non tutti gli adepti, tuttavia, morirono quel giorno. Ben 167 persone sopravvissero al massacro. Molte testimonianze sullo stile di vita all’interno di Jonestown provengono proprio dai superstiti mentre quelle relative al pensiero del predicatore sono di provenienza diretta, ossia dalla penna di Jones che regolarmente trascriveva quanto succedeva nella comunità.
Anche se la strage di Jonestown fu uno dei più noti suicidi di massa, per via dell’elevato numero di persone coinvolte, essa non fu l’unica della storia. A partire dal primo, sconvolgente episodio di morti legati a sette religiose che sconvolse l’America nel 1969, per mano della setta satanica di Charles Manson, fino a quella del 1995 in cui una setta religiosa fece uso di gas sarin causando 11 morti e cinquemila intossicati, gli omicidi e i suicidi comandati da santoni e sette varie hanno creato un gran numero di morti, tra adulti e bambini.
Film che hanno preso spunto dal suicidio di massa di Jonestown
- Il massacro della Guyana (Guyana: Crime of the Century) – Film del 1979 diretto da René Cardona Jr. Questo è stato il primo film che si è ispirato alla vicenda.
- Mangiati vivi! – Film del 1980 diretto da Umberto Lenzi
- Vivere nel Terrore (Bad Dreams) – Film del 1988 diretto da Andrew Fleming
- The Sacrament – Film del 2013 diretto da Ti West e girato come falso documentario (mockumentary), anche qui i nomi, come negli altri film sono stati cambiati e la comunità si chiama “Eden Parish”.
Leggi anche:
- Charles Manson, la Manson’s Family e gli Omicidi a Cielo Drive il 9 agosto 1969
- Museo della Morte – Museum of Death
- Aokigahara – La Foresta dei Suicidi