Stenterello è la maschera di carnevale tradizionale di Firenze, fu anche l’ultima maschera del Teatro dell’Arte. Scopriamo la sua storia e il carattere di Stenterello.
La maschera di Stenterello è stata creata alla fine del settecento dall’orologiaio di Rifredi, Luigi Del Buono. Nato il 20 aprile 1751, l’attore comico Del Buono, ha creato un personaggio di popolano fiorentino, burlone e scanzonato, che nella vita andava avanti con spensieratezza e arguzia, anche negli “stenti”.
Del Buono, lavorava come orologiaio in Piazza del Duomo, ma vendette la bottega nel 1782 per via della sua grande passione per il teatro. Come il suo personaggio era piccolo di statura, magro, di carnagione pallida e la fronte spaziosa, pareva cresciuto a “stento”.
La Maschera di Stenterello
Il costume di Stenterello è stato ideato e disegnato senza maschera. Porta una giacca molto lunga a falde di colore azzurro sopra una sottoveste di tinte vivaci, il panciotto giallo, dei calzoni corti e neri e delle calze di colori differenti, una rossa e l’altra a righe o a fantasia e delle scarpe a fibbia basse. Per copricapo una lucerna nera con fregio che copriva i suoi capelli che consistevano in un codino striminzito.
Il personaggio di stenterello non è coraggioso ma è sempre dalla parte dei più deboli. Tra le maschere dialettali, si distingueva perché essendo fiorentino, anche parlando in vernacolo, era un dialetto comprensibile a tutti. Le sue commedie riscuotevano un gran successo in quanto erano scritte per tutta la famiglia e nonostante ci fossero battute pungenti erano prive di volgarità. La popolarità fu tanta che dovette anche stamparle.
Un esempio delle commedie di Luigi Del Buono (Stenterello) in versi:
Signori fiorentini, levatevi il cappello
Nel legger questo invito che a voi fa Stenterello;
E ve lo scrisse in versi, con rima assai faceta
Perché in tempo di pioggia anch’esso fa il poeta!
Come ci ricorda l’Artusi, Luigi Del Buono, nella vita di tutti i giorni era quello che tutti definivano un uomo buono e onesto, docile, sorridente e religioso.
L’attore si sposò con Faustina Zandonati, una cagliaritana dal carattere deciso, la primadonna della sua compagnia. Quando lei morì nel 1821, si ritirò dalle scene e visse in solitudine nella sua casa di Borgo Ognissanti, poco distante dal teatro.
Morì 11 anni più tardi, il 30 ottobre 1832 e venne sepolto nella cappella dedicata alla Madonna del Chiostro della chiesa di Ognissanti. Quello che c’è scritto sulla sua epigrafe lo scrisse lui stesso:
“LUIGI DEL BUONO FUI
CHE DA VIVENTE DESTINAVO QUESTO MARMO
PER SOVRAPPORSI ALLA MIA FREDDA SALMA
PRESSO QUEST’ARA SACRA ALLA GRAN VERGINE.
IN CARITÀ PREGO CHI LEGGERÀ DI RECITARE
IL DE PROFUNDIS E LA SEGUENTE GIACULATORIA
IN LODE DELLA NOSTRA AVVOCATA
MARIA SANTISSIMA
CHE CIO’ SARÀ SOLLIEVO ALL’ANIMA MIA
E DI MERITO A QUEL DEVOTO CHE LA SUFFRAGHERÀ”
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grazie
mi avete aiutato molto
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