Una delle divinità più conosciute della mitologia greca è Poseidone, dio greco dell’acqua, dominatore incontrastato del mare e degli oceani.
Poseidone è stato celebrato nell’antichità da orde di fedeli e ancora oggi viene menzionato in film, graphic novel, romanzi e saggi dedicati alla mitologia greca. Come tutte le divinità dell’antica Grecia, la storia delle origini di Poseidone sono avvolte nel mistero, ma cerchiamo di identificare le fonti più autorevoli e comprendere la figura e la vita del potente dio del mare.
Poseidone: le origini del nome del dio del mare
Le origini del nome Poseidone sono ricavabili da antiche tavolette di argilla recuperate nella città di Pilo, dove il nome PO-SE-DA-WO-NE ricorre molto più spesso rispetto a DI-U-JA (Zeus). Inizialmente Poseidone non veniva identificato come dio dell’acqua, difatti l’incrocio dei nomi greci Gaiéokos (possessore della terra) e Ennosigeo (scuotitore della terra), individuano più una divinità legata alla terra che al mare, ma come affermano alcune fonti antiche “scuotitore della terra” è da associare alla creazione delle acque.
Lo storico Pausania, ad esempio lo identifica come uno dei custodi dell’Oracolo di Delfi, prima che tale ruolo fosse incarnato dal dio Apollo, mentre molti sono convinti che in origine Poseidone fosse un dio-cavallo e che solo nei secoli assunse il ruolo di dio del mare.
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Il dio Nettuno nella mitologia romana
Nella mitologia romana Poseidone venne identificato con Nettuno, dio delle correnti e delle acque e solo in seguito come divinità dominatrice dei mari e degli oceani. Il mito di Nettuno è simile a quello tramandato dalla mitologia greca, solo che i Romani attribuivano al dio una forza travolgente e una potenza in grado di modificare e alterare a seconda del proprio volere le forze della natura, soprattutto creando dal nulla terremoti e maremoti.
Un’altra differenza tra la mitologia greca e quella romana è la rappresentazione grafica del dio del mare, difatti, Nettuno viene raffigurato con il tridente in mano mentre cavalca le onde sul suo carro trainato da cavalli, un’immagine molto diversa rispetto alle rappresentazioni mitologiche di Poseidone.
La nascita del mito di Poseidone
Come narra il famoso scrittore Esiodo, il mito di Poseidone inizia in concomitanza con l’affermarsi di Zeus e degli altri dei che governeranno l’Olimpo. Poseidone, figlio di Crono e Rea, insieme ai fratelli Ade, Estia, Demetra ed Era, vennero ingurgitati dal padre che aveva paura di perdere il trono, ma Zeus con l’aiuto della madre Era, riuscì a fuggire.
Dopo alcuni anni squarciò lo stomaco di Crono e salvò i suoi fratelli o come altre leggende narrano, costrinse il padre a rigurgitare i figli. Per riprendere il loro legittimo posto da sovrani dell’Olimpo, Poseidone e gli altri fratelli combatterono nella famosa Titanomachia e sconfissero il padre Crono.
Grazie alla vittoria contro Crono, i tre fratelli Zeus, Ade e Poseidone decisero di spartirsi a sorte i diversi regni e così Poseidone divenne padrone incontrastato delle acque, dei mari, degli oceani e dei terremoti. Poseidone ebbe un ruolo principale nella battaglia dei Titani, soprattutto grazie al suo potente tridente che contribuì a sconfiggerli e ad imprigionarli.
Miti che coinvolgono Poseidone
Il dio greco del mare compare in altri miti molto famosi, come ad esempio si narra che partecipò alla Gigantomachia, la guerra con i giganti, dove sconfisse Polibote, staccando un pezzo di isola con il suo fenomenale tridente e scagliandoglielo contro.
In un altro mito si assiste invece alla disputa tra il dio dell’acqua e Atena riguardante la fondazione della capitale greca. Secondo la narrazione di Agostino e di Varrone, nel punto in cui doveva sorgere la più importante città greca, nacque dalle acque una pianta di
olivo, quindi dopo aver chiesto consiglio all’Oracolo di Delfi si stabilì che il nome della nuova città era da attribuire a Poseidone, dio dell’acqua o ad Atena poiché l’ulivo era il suo simbolo.
Si svolse una votazione: gli uomini votarono Poseidone e le donne parteggiarono per Atena e grazie proprio ad un voto in più di una donna, la città prese il nome di Atene. Per ira o disappunto si pensa che Poseidone scagliò il suo tridente e formò una cavità, l’Eretteo.
La progenie di Poseidone
Poseidone, come i suoi divini fratelli, ebbe innumerevoli mogli e amanti e per quasi ognuna di esse è stato creato un apposito mito. La maggior parte dei figli di Poseidone sono il frutto di amori rubati, violenze e inganni, proprio come erano soliti comportarsi le divinità nei confronti degli umani.
Le più importanti consorti di Poseidone sono Anfitrite, Clito, Medusa e si narra avesse avuto anche dei figli con Demetra, sua sorella.
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Nella mitologia greca si narra che Poseidone fosse il padre di creature particolarmente mostruose e deformi, come i Ciclopi e i Lestrigoni. Nella leggenda che narra il mito di Poseidone e una delle Gorgoni (creature mostruose con serpenti al posto dei capelli e mani con artigli), Medusa, si parla di come il dio del mare violò Medusa e lei per vendetta dell’affronto subito trasformò la figlia in un mostro deforme.
Iconografia del dio del mare
Il dio dell’acqua nella mitologia greca viene sempre rappresentato mentre stringe con piglio minaccioso il suo tridente d’oro, arma potente e leggendaria che se agitata è in grado di scatenare terremoti e uragani.
Nell’iconografia greca, Poseidone è quasi sempre raffigurato con una folta barba, capelli lunghi che sembrano seguire il moto delle onde e con in testa una piccola corona con tre punte che richiamano quelle del tridente. Poseidone solitamente viene dipinto a torso nudo, coperto solo da un panno, mentre su alcune tavolette viene raffigurato con un lungo mantello gonfiato dalla brezza del mare.
Come tutte le altre divinità dell’Olimpo, anche Poseidone viene immortalato in compagnia degli altri dei, seduti o mentre avanza con il suo tridente pronto a scatenare la sua ira.
Nelle raffigurazioni più recenti perde il broncio arcigno e crudele e sembra avere dei lineamenti più tranquilli e calmi, inoltre viene immortalato in compagnia di un tonno gigante o appoggiato alla prua di navi, un’immagine non proprio divina rispetto alle precedenti.
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