Il ponte Carlo è situato nel cuore di Praga, lungo il corso del fiume Moldava. Da secoli affascina i visitatori con la sua architettura, le imponenti torri di guardia e le decine di statue che lo ornano. Il ponte di Praga è tra i monumenti più famosi di tutta la capitale ceca e collega la Città Vecchia al quartiere di Mala Strana (il cosiddetto quartiere piccolo). È lungo ben 515 metri ed è largo 20; figura tra le attrazioni turistiche più apprezzate della città e, proprio per questo motivo, è frequentatissimo da musicisti, venditori di souvenir e artisti di strada in qualsiasi periodo dell’anno.
Storia del Ponte Carlo
L’edificazione del ponte risale al 1357, quando venne commissionato dal re di Boemia ed imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV. Ad occuparsi della realizzazione del progetto fu l’architetto Petr Parler, già noto in città per essersi occupato del Castello di Praga e della spettacolare Cattedrale di San Vito. I lavori terminarono 45 anni dopo, nel 1402. Fu realizzato sul modello del ponte di pietra di Ratisbona e sostituì il vecchio Ponte di Giuditta (risalente al 1170), fortemente danneggiato da una piena della Moldava nel 1342. Sulle due estremità del ponte vennero innalzate le due imponenti torri ancora oggi visibili, nelle cui guardiole risiedevano gli addetti ai controlli.
La protezione del ponte, invece, fu affidata all’ordine dei Crocigeri di Boemia (o della Stella Rossa), i quali costituiscono un ordine di canonici regolari, trasformatisi in seguito in un ordine militare. Nel 1432, tre pilastri del ponte subirono danneggiamenti in seguito ad una piena, quindi, in occasione della guerra dei trent’anni, il ponte e i suoi dintorni divennero teatro di battaglie cruente, poiché gli svedesi assediarono Praga partendo proprio dalla sponda occidentale della Moldava. L’inizio della sistemazione delle 30 statue che per anni hanno abbellito il ponte risale agli albori del XVIII secolo.
L’iniziativa fu presa dall’ordine dei Gesuiti, i quali decisero di dedicare visibilità e lustro ai santi più importanti dell’epoca. Quelle visibili attualmente sono soltanto copie delle statue originali. Infine, nel 1870, il ponte acquisì l’attuale denominazione (Ponte Carlo), dopo che per secoli era stato chiamato semplicemente ponte di Praga o ponte di pietra.
Praga e il triangolo magico
Il momento esatto in cui il nuovo ponte doveva essere fondato fu stabilito durante un concilio di astrologi: furono costoro a suggerire la data del 9 luglio del 1357. L’ora scelta, invece, fu le 5,31 del mattino. Il triangolo numerico che ne conseguiva (135797531) fu dichiarato magico ed avrebbe dovuto preservare nei secoli il grandioso Ponte di Praga. Secondo una leggenda molto nota, alla malta con cui fu costruito il ponte furono aggiunte migliaia di uova, allo scopo di rendere più solida la struttura. Carlo IV, inoltre, chiese a tutti gli abitanti delle città e dei villaggi che costituivano il regno di contribuire alla realizzazione del monumento inviando a Praga le loro uova: in questo modo il ponte avrebbe resistito a guerre e intemperie.
Il Ponte Carlo e le sue statue
Oggi è possibile osservare le copie delle 30 statue originarie, collocate sul ponte a partire dagli inizi del Settecento. Chi percorre il ponte in tutta la sua lunghezza provenendo dalla Città Vecchia può osservare opere di numerosi artisti vissuti nel XVIII e nel XIX secolo. Tra questi Matthias Braun, Ferdinand Brokoff, Emanuel Max, Josef Max, Josef Brokoff, Matěj Václav Jäckl, Karel Dvořák ed altri. La prima ad essere collocata sul ponte fu la statua di San Giovanni Nepomuceno, realizzata nel 1683 da Matthias Rauchmüller. È credenza diffusa che questa statua porti fortuna a tutti coloro che toccano la lapide alla sua base: questa indicherebbe il punto esatto in cui avvenne l’esecuzione del santo. Secondo la leggenda, sfiorare la statua garantisce fortuna per i successivi dieci anni ed assicura il ritorno a Praga.
Il ponte Carlo e le sue leggende
Il Ponte di Praga è noto ai più per la sua bellezza, ma anche per alcune leggende che lo hanno visto protagonista. Una delle più affascinanti è quella relativa alla statua di San Giovanni Nepomuceno, la prima ad essere collocata sul ponte, laddove il santo fu giustiziato. La storia vuole che re Venceslao IV, irritato per il fatto che San Giovanni, all’epoca prete di corte, avesse rifiutato di riferirgli quanto detto durante una conversazione con la regina, decise di punirlo tagliandogli la lingua e lasciandolo morire. In seguito, il suo corpo senza vita sarebbe stato gettato dal ponte e, nel punto esatto in cui cadde, avrebbe fatto brillare cinque stelle nell’acqua. Le stesse stelle che oggi simboleggiano il Santo. Ma questa non è l’unica leggenda che riguarda il ponte di Praga.
Come anticipato, Carlo IV chiese agli abitanti del regno di donare quante più uova riuscissero a trovare, affinché gli albumi, impastati insieme alla malta, rafforzassero i pilastri. Gli abitanti della cittadina di Velvary, per evitare che i gusci potessero rompersi durante il lungo viaggio, decisero di inviare uova sode. Per diversi mesi i lavori procedettero a rilento, in quanto ciò che veniva costruito di giorno crollava di notte. Fu così che l’architetto decise di stringere un patto con Satana: se lo avesse aiutato a rendere più saldo il ponte, il diavolo avrebbe potuto prendere l’anima del primo che avesse attraversato il ponte durante la notte. L’architetto pensò di ingannare il diavolo liberando un gallo al tramonto: Satana si accorse dello stratagemma dell’architetto e rubò l’anima di sua moglie dopo averla fatta giungere di corsa sul ponte.
Ti potrebbe interessare anche: Orologio astronomico di Praga: tra Storia, leggende e maledizioni
L’altra leggenda che riguarda il ponte è quella dei Vodink, folletti che vivrebbero sulle sponde del fiume Moldava. In passato, in tanti erano convinti che questi fossero in grado di trascinare le persone scivolate nel fiume all’interno di grandi pentole: ecco spiegato perché molti di coloro che cadevano nel fiume non venivano più trovati. Ma c’è un episodio particolarmente curioso che avrebbe reso celebri i Vodink. Uno di loro, arrabbiato con il proprietario di un carretto reo di aver insudiciato le acque del fiume, decise di attendere l’uomo nei pressi del ponte: mentre i suoi cavalli erano impegnati ad abbeverarsi, il Vodink lo afferrò trascinandolo sul fondo della Moldava, imprigionando la sua anima in una pentola.
Infine, un’altra leggenda nota vuole che di notte, ogni volta che sull’isola di Kampa (un isolotto situato nel fiume Moldava, all’interno del territorio di Praga) nasce un bambino, le statue comincino a muoversi e a parlare tra loro, discutendo in che modo offrire protezione al nascituro.
Leggi anche:
- Ponte di Rialto a Venezia: La sua Storia e le sue Leggende
- Ponte del Diavolo a Lucca e la sua Leggenda
- Ponti del diavolo: i 12 più Famosi e le loro Leggende