Il parco sommerso di Baia è un sito archeologico situato nel comune di Bacoli, nella zona dei Campi Flegrei. All’asciutto restano soltanto le strutture che furono costruite sulla parte più elevata della collina che dominava la città antica, in quanto il resto è sprofondato a causa del bradisismo.
La storia del sito archeologico di Baia
I resti archeologici, tirati fuori in seguito alle campagne di scavo cominciate negli anni Quaranta, rivelano una fitta stratificazione di edifici, tra complessi termali, ville e locali commerciali, tutti risalenti al periodo compreso tra la tarda età repubblicana e l’età severiana (50 a.C.-235 d.C.) A partire dal III secolo, il progressivo abbassamento del suolo provocò l’inabissamento di un’ampia fetta dell’antico abitato. Secondo gli studi più accreditati, questa porzione di costa sarebbe scesa sotto il livello del mare in tre fasi ben distinte, comprese tra il III e l’VIII secolo d.C. Tra i resti più importanti figurano i templi di Mercurio, Venere e Diana, che a differenza di quanto suggerisce il nome erano strutture termali.
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Tempio di Venere
A Baia, la città sommersa, resistono tre grandi edifici termali. Il cosiddetto Tempio di Venere presenta una pianta ottagonale ed è dotato di otto grandi finestre, all’interno delle quali correva un ballatoio affacciato su una grande piscina. Il suo nome deriva dal ritrovamento, ad opera di Scipione Mazzella, di una statua con le sembianze della dea Venere.
Tempio di Mercurio
Chiamato “truglio” per la sua caratteristica forma circolare, quest’edificio ospitava il frigidarium, ovvero l’ambiente realizzato per i bagni freddi. La ricostruzione della pianta è stata possibile grazie ad alcuni disegni del Settecento. Il “truglio” era coperto da una volta circolare, nel cui mezzo spuntava un lumen.
Tempio di Diana
L’edificio più grande era coperto da un’altrettanto mastodontica cupola ogivale e serviva a raccogliere i vapori caldi provenienti dal terreno sottostante. Nonostante la cupola sia crollata per più della metà, resta ben visibile anche dalla stazione cumana. Questo edificio fungeva da calidarium ed era riccamente decorato con fregi marmorei che raffiguravano scene di caccia.
Baia sommersa
Completamente sommerso dal mare è il grande ninfeo appartenuto all’imperatore Claudio, le cui sculture sono state trasferite presso il Museo archeologico dei Campi Flegrei, situato all’interno del Castello Aragonese. Il ninfeo si trova a 7 metri di profondità; ha pianta rettangolare, chiusa da un’abside nella quale era presente una scena dell’Odissea; le nicchie situate lungo le pareti, invece, erano decorate con alcune sculture ispirate a prototipi ellenistici del II secolo a.C.
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Opere del parco archeologico di Baia trasferite nei musei
Preservate dalla sabbia e dai detriti, dopo secoli hanno rivisto la luce due statue straordinarie: quella di Ulisse e quella di Baios, il nocchiero di Ulisse. A far propendere gli studiosi per questa ipotesi fu uno scritto di Strabone, il quale asseriva che nei pressi del porto di Baia figurava una statua di Baios. Dopo il primo ritrovamento, nel 1981 gli archeologi riportarono alla luce altre statue di notevole valore, tra cui due di Dionisio, una dell’imperatrice Antonia Minore e una raffigurante una bambina, Octavia Claudia. Queste sono state trasferite presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Nel Museo Nazionale di Napoli, invece, si trova la statua di Sosandra, recuperata presso il Tempio omonimo nel 1953. Il tempietto era situato nel complesso detto “Villa dell’ambulatio”, formato da alcune terrazze collegate da una lunga scalinata.
Parco Archeologico delle terme di Baia orari:
Indirizzo: Via Sella di Baia, 22 – Bacoli (Napoli)
Dalle 09:00 fino ad un’ora prima del tramonto (la biglietteria chiude un’ora prima) chiuso Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre
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