Attualmente Delfi è un delizioso centro con grande affluenza di turisti che si trova su una pendenza dell’antico monte greco del Parnaso, da dove è possibile godere di un meraviglioso panorama che affaccia sul mare. Meta ambita da appassionati di mitologia e di storia antica, un sogno per molti archeologi che ancora oggi ne studiano le tante contraddizioni, Delfi è davvero un’ottima meta turistica.
Delfi nell’antichità
Nell’antichità questo luogo è stato per secoli il più famoso oracolo della Grecia e dall’VIII secolo a. C. in poi, ottenne autorità assoluta su tutti gli altri centri oracolari.
Il tempio, nel quale avvenivano i vaticini, ha un origine antichissima, che trae spunto dal mito di Zeus. Si racconta, infatti, che questi decise di conoscere quale fosse il centro del mondo e per saperlo lasciò volare due aquile dai punti opposti della terra, pensando che il luogo dove si sarebbero riunite, sarebbe stato il centro dell’intero universo. Uno dall’oriente e l’altro dall’occidente, i due rapaci si congiunsero proprio ai piedi del monte Parnaso, a Delfi, che da quel momento fu considerato l’omphalos, cioè l’ombelico del mondo antico. Si racconta che nel tempio si trovava una pietra che bruciava senza sosta, alimentata dall’alloro, l’albero sacro di Apollo. La pietra era venerata e denominata “ombelico”, perché si pensava che fosse caduta dal cielo, forse per il fatto di essere magnetica.
L’oracolo di Delfi
La storia ci racconta che prima del famoso oracolo, a Delfi, si trovava un grande tempio in onore della Madre Terra, la dea Gea. La prova dell’esistenza di questo luogo sacro è provato dalle numerose statuette che oggi si trovano nel Museo Archeologico locale.
La sacralità di questo posto, secondo alcuni, è data dalla assoluta particolarità delle rocce. Si racconta, infatti, che un pastore di nome Koreta si accorse che le sue caprette, quando si fermavano in un determinato punto a pascolare, iniziavano a comportarsi in modo strano, emettendo strani versi. Incuriosito da ciò che vedeva, decise di avvicinarsi lui stesso, e si accorse che dalla roccia esalavano strani gas che portavano stordimento e confusione. Si racconta che egli vide anche oggetti e persone che venivano risucchiati misteriosamente verso gli abissi della terra. Per questo motivo egli posizionò un vaso a tre piedi (tripoide) proprio sulla fessura e fece sedere una giovane vergine perché, inebriata da quegli strani fumi, iniziasse a vaticinare senza essere risucchiata. Si riteneva che questo dono provenisse direttamente dalla Madre terra e per questo le si dedicò un tempio.
Lentamente il culto alla Madre Terra si trasformò in quello alla dea Athena, alla quale venne consacrato il tempio. La dedicazione ad Athena è provata dal fatto che il suo santuario si trovava prima dell’accesso al tempio di Apollo. Questo significa che il percorso archeologico di Delfi si divide in due zone, quello dove sorgeva il tempio dedicato ad Apollo e il tempio di Athena.
Cosa rappresentava Delfi per gli antichi: la Pizia e il tempio di Apollo
Considerato il più grande oracolo della storia, i cui vaticini hanno reso famoso il tempio di Apollo e l’intera cittadina, l’oracolo di Delfi era un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli antichi. Vi ricorrevano non solo i cittadini privati che necessitavano di un vaticino, ma anche intere popolazioni. Quando volevano un parere su questioni sociali, politiche o dovevano nominare un magistrato, si recavano nel tempio per ricevere consigli. Quando si fondava una nuova città, veniva interrogata la sapienza delfica e solo dopo si dava il via alla sua edificazione.
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Recarsi in questo luogo, però, richiedeva il rispetto di una serie di rituali che dovevano essere rigorosamente rispettati. Il rito prevedeva una prima purificazione, per allontanare eventuali contaminazioni dal male da cui si era perseguitati.
I greci credevano fermamente ai vaticini e vi si affidavano con grande devozione e fiducia.
Plutarco, che era stato sommo sacerdote nel famoso tempio di Apollo, racconta che l’oracolo veniva pronunciato da una donna, chiamata Pizia. Per vaticinare, questa sacerdotessa si ritirava in una sorta di cella per respirare un gas emanato dalla sorgente sotterranea, che le permetteva di entrare in trance e di formulare l’oracolo. Questo stato poteva durare pochi minuti, ma a volte era così forte che provocava crisi e in alcuni casi, anche la morte. L’origine dei fumi è ancora oggi controversa, anche se lo stesso Plutarco, che ben conosceva i luoghi, riteneva che avessero origine dall’attività sismica.
La magia dei fumi sotterranei di Delfi sotto il tempio di Apollo
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Geology sul fenomeno dei fumi di Delfi, sotto il tempio di Apollo si intersecano proprio due faglie, che potevano realmente emettere i gas allucinogeni di cui parlano gli antichi. Secondo l’esperto J. De Boer dell’Università del Connecticut, effettivamente vi sono gas che esalano attraverso le fratture della roccia che provengono dal sottosuolo. Questo si spiega con un fenomeno geologico molto semplice, che è quello che vede la Grecia in una posizione di confluenza con tre placche tettoniche, che scivolando creano continui sollevamenti dell’area, causando fratture.
Questa teoria ha trovato basi concrete anche per la scoperta di un’altra faglia che corre da est verso ovest, proprio sotto il tempio in questione. Faglie che si incrociano e interagiscono tra loro, rendendo la roccia impermeabile, creando passaggi dove l’acqua e i gas riescono a risalire in superficie.
Lo stesso De Boer, analizzando i gas in questione e verificandone la natura, ha constatato che si tratta di etilene, dall’odore dolciastro e mellifluo che dà lo stesso effetto di uno stupefacente.
Sulla base di questo studio, dunque, è chiaro che non si tratta solo di mitologia, ma di una realtà davvero vissuta dai popoli dell’antichità e che andava oltre il mistero e l’esoterismo. Una realtà che coinvolgeva popoli e sacerdoti, giovani donne e cittadini dell’intera Grecia, che pieni di speranza vi si recavano per avere un sollievo dal futuro.
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