In piazza di Santa Maria Maggiore a Firenze, si trova l’omonima chiesa, che fu la prima chiesa fiorentina ad essere dedicata alla Madonna. Si tratta di una delle più antiche della città, sembra, infatti, che fosse già presente in epoca longobarda. Ma chi era “la Berta”?
Tre leggende che riguardano “La Berta”
Sulle mura esterne della chiesa, possiamo vedere, nella parte dove si intravede ancora la Torre campanaria di struttura romanica, una testa murata. Varie storie si sono susseguite nel corso degli anni.
La prima leggenda che affiora dai miei ricordi d’infanzia, parla di un frate affacciato alla finestra della torre che vide passare nella strada sottostante, in via Cerretani, un condannato a morte trascinato dalle guardie che implorava per avere dell’acqua, che disse:
“Ho sete, datemi da bere!”
Il frate di risposta con lieve ironia esclamò:
“Dategli da bere e non morirà mai!”
Il condannato alzò la testa guardandolo negli occhi e disse:
“E da lì la testa non toglierai mai!”
In un attimo la finestra si richiuse, imprigionando per sempre la testa del frate.
Altre leggende dicono che il condannato fosse l’erudito scrittore e astrologo Cecco D’Ascoli, tacciato di essere un negromante con poteri magici e che il sagrestano disse di non dargli da bere perché l’acqua avrebbe avuto il dono di salvargli la vita. Il sagrestano era venuto a conoscenza di un presunto patto col diavolo fatto da Cecco, in cui l’accordo prevedeva che anche un solo sorso d’acqua l’avrebbe salvato da tutti i pericoli.
La terza narra di un’erbivendola, la Berta, che con i suoi sudati risparmi, offrì alla città una campana che sarebbe servita come sollecito ai contadini che entravano a Firenze per avvisarli dell’imminente chiusura delle porte.
Sulla facciata esterna della chiesa, nella parte alta, possiamo ancora leggere il suo nome.
A me, da sempre, piace pensare al frate castigato.
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