Il diamante Hope conosciuto anche con il nome diamante blu di Francia è famoso oltre che per la sua straordinaria bellezza anche per la sua fama di porta sfortuna.
Una lunga catena di delitti, suicidi e malattie ha circondato coloro che hanno osato possederlo e quelli che si salvarono non ebbero una sorte migliore.
STORIA DEL DIAMANTE HOPE
La sua storia inizia in India nel 1688, si narra che un mercante francese di nome Jean-Baptiste Tavernier si recò nel tempio di Rama Sita e rubò il diamante blu strappandolo da un occhio della statua di un idolo indiano. Questo gesto scatenò l’ira della divinità che maledisse la pietra e tutti quelli che in seguito l’avrebbero posseduta.
Il diamante Hope fu acquistato dal re di Francia Luigi XIV che lo fece intagliare a forma di cuore e da 112 lo ridusse a 67,5 carati.
In seguito Tavernier perse tutti i suoi averi e partì per trovare altre pietre preziose, ma morì durante il viaggio.
Sia Luigi XIV che il suo successore Luigi XV sfoggiarono il diamante in diverse occasioni. Entrambi ebbero una lunga vita che si concluse però con una lunga malattia, il primo per una cancrena ad una gamba, l’altro per il vaiolo.
La gemma fu donata a Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI che ne fece una collana abbinandola ad altre pietre preziose. Entrambi morirono sulla ghigliottina durante la rivoluzione francese.
Il diamante blu fu rubato insieme ad altri gioielli ed arrivò nelle mani di un gioielliere che fu a sua volta rapinato, quando scoprì che a derubarlo fu suo figlio ebbe un infarto, quando il figlio scoprì che suo padre era morto per colpa sua si suicidò. Un suo amico trovò il diamante tra i suoi oggetti personali, morì anche lui poco dopo.
Nel 1830 giunse a Londra, dove fu nuovamente tagliata e fu comprata da Lord Francis Hope, VIII duca di Newcastle, colui che diede il nome alla pietra, al prezzo di 30.000 sterline, una cifra considerevole per l’epoca. Poco dopo la coppia si separò e la moglie Mary Yohé, che era una cantante e attrice di musical, finì in disgrazia perdendo tutti i suoi beni.
Entrò in possesso del diamante Hope, Jacques Colot, si racconta che impazzì e si tolse la vita dopo averlo venduto al principe Kanitowskij che a sua volta lo regalò ad una ballerina che morì per mano dello stesso principe in preda ad un raptus di gelosia. Lui non fece una fine migliore visto che fu linciato dai rivoluzionari russi.
Il proprietario successivo fu un gioielliere greco, Simon Matharides, ma prima di ricevere la pietra cadde sfracellandosi in un burrone.
In seguito andò in mano al sultano turco Abdul Hamid II che lo acquistò per 400.000 dollari, anche qui la maledizione del diamante Hope non si fece attendere a lungo, un anno dopo fu deposto e impazzì.
Nel 1910, il diamante blu, fu acquistato da Pierre Cartier il noto gioielliere che lo vendette al proprietario del Washington Post, Edward Beale McLean, che lo donò alla moglie. Se esisteva una maledizione si può dire che in questo caso si accanì alla grande, morirono nell’ordine: la madre di McLean, due cameriere, il figlio primogenito di 10 anni che fu investito da un auto, successivamente i coniugi McLane divorziarono. In seguito Edward Beale McLean tra problemi di alcolismo e scandali fu ridotto in miseria. Sua moglie continuò comunque a tenere il diamante Hope sfidando la sfortuna. Morì a 60 anni di polmonite e sua figlia si suicidò con dei barbiturici, anche lei aveva indossato il gioiello il giorno del suo matrimonio.
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Che fine ha fatto il diamante hope?
Non sappiamo se sia verità o leggenda la maledizione che avvolge il diamante Hope, ma sappiamo che il suo ultimo proprietario è stato il gioielliere statunitense Harry Winston, che nel 1958 donò la pietra allo Smithsonian Institute di Washington, dove si trova tutt’ora esposta al pubblico in una teca dotata dei migliori sistemi di sicurezza. Poi bisogna vedere chi è al sicuro da chi…
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