Il Codex Gigas: cos’è il libro del diavolo?
Il Codex Gigas, conosciuto anche come il libro del diavolo, è il più ampio manoscritto risalente all’epoca medioevale ancora esistente.
Gli studi effettuati sul testo hanno portato gli storici a pensare che possa essere stato realizzato presso il monastero benedettino della città di Podlazice in Repubblica Ceca, all’epoca conosciuta con il nome di Boemia. Più precisamente, gli esperti, fanno risalire la stesura alla prima parte del XIII secolo.
Durante il 1600, il volume fu rubato dall’esercito svedese, il quale, decise di trattenerlo come bottino di guerra portandolo in Svezia dove oggi è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Stoccolma.
L’aspetto del Codex Gigas è piuttosto particolare. Questo, infatti, è provvisto di una copertina in legno rivestita di pelle e decorata con elementi in metallo. Le sue dimensioni sono altrettanto sorprendenti, infatti, il libro del diavolo pesa circa 75 kg e misura 92 cm di lunghezza, 50 cm di larghezza e 22 cm di spessore. Il testo originale era composto da 320 pagine, tuttavia, otto di queste sono state rimosse per motivi sconosciuti.
Storia e leggenda del Codex Gigas
Come accennato, il Codex Gigas è anche conosciuto con il nome Bibbia del diavolo. Questo appellativo piuttosto curioso deriva sia dalla raffigurazione del demonio presente sulla copertina, ma anche dalla leggenda a cui è legato il volume.
Si narra infatti, che il monaco che creò il testo invocò il diavolo per chiedergli aiuto. Il benedettino aveva intenzione di realizzare in una sola notte un’opera in grado di glorificare il suo monastero così si chiuse nella sua cella e si impegnò, affiancato dal demonio, pur di portare a termine la stesura del testo. Intorno alla leggenda si creò molta curiosità e si arrivò anche a scoprire il nome del possibile autore. Questo pareva essere il monaco Herman conosciuto con l’appellativo de il Recluso.
Per ciò che concerne la datazione degli eventi è stato necessario, per gli storici, rifarsi al contenuto del testo. Qui, infatti, viene riportato l’anno 1229 come momento in cui l’opera fu conclusa. Pertanto, questo potrebbe essere l’anno in cui fu anche cominciata la stesura. Si pensa infatti che, data la calligrafia sempre uguale e costante, l’opera sia stata realizzata in un arco temporale molto ridotto. Tuttavia, alcuni storici hanno avanzato anche l’ipotesi che, a scrivere il libro del diavolo potesse essere un monaco che vi lavorò assiduamente per circa 20 anni.
Il manoscritto fu, nel corso del tempo, custodito in luoghi differenti. I documenti testimoniano che dal 1477 al 1593, il Codex Gigas fu conservato presso la biblioteca di un monastero della città di Broumov e successivamente trasferito a Praga per volere dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo nel 1594. Come detto in precedenza, il manoscritto venne poi, verso la metà del 1600, portato in Svezia più precisamente a Stoccolma dove venne inserito nella biblioteca personale della regina Cristina I di Svezia.
Qualche anno più tardi, nel 1697 un vasto incendio interessò la biblioteca e per portare il salvo il pesante manoscritto fu lanciato dalla finestra. Questa è una delle possibili cause che spiegherebbero l’assenza di alcune pagine.
Infine, più recentemente, nel 2007 l’opera fu portata temporaneamente a Praga e nel 2008 riportata a Stoccolma.
Quali sono i contenuti della Bibbia del diavolo
Il Codex Gigas contiene sostanzialmente la trascrizione completa della Bibbia nella sua versione latina, ossia quella curata da Sofronio Eusebio Girolamo. Tuttavia, alcune parti come gli Atti degli Apostoli e l’Apocalisse di Giovanni, sono tratti da traduzioni precedenti rispetto a quella di Girolamo.
La Bibbia del diavolo è ulteriormente arricchita con l’Etymologiae scritta dall’arcivescovo Isidoro di Siviglia e con due testi storici dello scrittore e politico Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche e Guerra giudaica.
Non solo, tra le pagine del manoscritto vi sono opere di Cosma Praghese, trattati di varia natura, un calendario, la lista dei monaci del monastero in cui è stato realizzato e molti altri documenti.
Infine, la pagina numero 577 è anch’essa molto interessante, qui, infatti, è rappresentato il diavolo a tutta pagina e una cosa curiosa e inquietante sono le pagine precedenti che appaiono annerite e diverse dall’intero codice.
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