Esistono luoghi in cui la storia ed il passato si confondono con il mito e la leggenda regalando splendidi edifici, un patrimonio artistico di inestimabile valore e delle emozioni del tutto particolari.
I castelli sono luoghi speciali; nella loro statica imponenza sono muti testimoni di un passato lontano, del lento fluire della storia e delle alterne vicende che hanno potuto osservare da vicino.
Se i castelli potessero parlare racconterebbero una storia davvero unica poiché i loro muri hanno vissuto, come pochi, delle suggestioni del tutto particolari. Per fortuna i castelli parlano attraverso la magia che sprigionano e le emozioni che regalano ai viaggiatori che li raggiungono.
Il nostro Paese, grazie al suo passato glorioso, può vantare un numero elevatissimo di roccaforti militari divenute nel tempo anche dimore nobiliari; lungo tutta la nostra penisola, abbarbicati in posizioni dominanti e scenografiche, i castelli parlano attraverso i loro muri raccontando una lunga storia densa di fascino.
Tra i manieri più belli, il Castello Malaspina di Fosdinovo è un gioiello di valore inestimabile. Anche noi, oggi, ci lasciamo alle spalle il portone di accesso per andare a ritroso nel tempo e lasciarci travolgere dalle forti emozioni che sa regalare.
Storia del castello di Fosdinovo
Situato in un ideale crocevia che separa la storia dalla fantasia, il Castello Malaspina di Fosdinovo è una fortezza medievale di grandissimo pregio architettonico situato in provincia di Massa Carrara, non troppo lontano dal confine ligure e nel cuore della Lunigiana.
L’edificio, a pianta quadrangolare e circondato da quattro torri circolari si trova in una posizione dominante a circa 550 metri di altitudine in un contesto lievemente collinare.
Il maniero, da sempre punto di osservazione privilegiato, fu considerato un vero e proprio baluardo di difesa del territorio dalle scorribande saracene e fu caposaldo del marchesato di Fosdinovo di pertinenza della famiglia Malaspina.
Con il trascorrere dei secoli il castello perse la sua funzione strettamente militare e divenne una dimora nobiliare ed una vera e propria corte; la famiglia Malaspina, proprietaria ancora oggi del maniero, lo ingrandì ed abbellì significativamente non snaturandone mai le peculiarità più belle.
L’esterno del castello è di grande impatto. Alcuni camminamenti di ronda consentono di apprezzare la costruzione simbioticamente appoggiata alla roccia arenaria su cui è costruito e regalano un panorama mozzafiato a trecentosessanta gradi.
L’interno del maniero è sorprendente; le ampie sale accolgono elementi architettonici medievali con contaminazioni seicentesche e settecentesche. La sala da pranzo propone uno splendido camino che funge da vero e proprio complemento d’arredo mentre la Sala del Trono ed i salotti attigui riportano il visitatore indietro nella storia e lo conducono in un mondo sospeso dove è ancora possibile vedere gli strumenti di tortura e le celeberrima stanza dei trabocchetti.
Come ogni buon castello che si rispetti anche quello di Fosdinovo è ricco di leggende sinistre che, prendendo spunto, da vicende di storia vissuta si sono trasformate nel tempo in tradizione e mito rendendo il luogo, se possibile, ancor più affascinante.
La marchesa Cristina Pallavicini e gli amanti eliminati nella botola
Ippolito Malaspina, proprietario del Castello di Fosdinovo durante il XVI secolo, prese in moglie la marchesa Cristina Pallavicini una donna dedita al vizio, alla lussuria sfrenata e di indole assai crudele.
Narra la leggenda che la donna fosse solita ricevere nella sua stanza con il favore delle tenebre numerosi amanti con i quali era solita intrattenersi durante le ore notturne.
Al mattino, senza alcuna pietà, la Marchesa si liberava dell’amante di turno lasciandolo cadere in una botola posta al centro della stanza dopo averlo appeso ad un gancio ancora oggi visibile sul soffitto. Il tuffo del malcapitato era senza storia e lo conduceva diritto alla morte.
La leggenda è soltanto parzialmente giustificata da fatti storici; non siamo del tutto certi dei vizi lussuriosi della marchesa, ma la botola esiste veramente così come la stanza delle torture posta immediatamente al di sotto. A cosa servisse davvero non è dato sapere, ma talmente affascinante la leggenda che è un peccato non crederci.
Il fantasma della Marchesa Bianca Maria Aloisia Malaspina nel castello di Malaspina
Fra le mura del castello di Fosdinovo, narra la leggenda, alberga l’anima irrequieta della giovane Bianca Malaspina che, in barba alle convenzioni nobiliari, si innamorò perdutamente di un giovane stalliere.
Tra incontri furtivi, sguardi ammiccanti e baci rubati, si consumò una storia d’amore profondamente invisa al padre della Marchesina che, per lei, avrebbe desiderato un compagno di rango più elevato.
Nonostante i consigli, le esortazioni e gli a ammonimenti paterni, Bianca Malaspina non retrocedette di un millimetro e rifiutò sia di prendere i voti che di sposare un giovane nobile per continuare a coltivare la sua storia d’amore.
Non sempre le storie hanno un lieto fine. Lo stalliere fu ucciso e la marchesa murata viva nel castello a pane e acqua in compagnia di un cane e di un cinghiale simboli di fedeltà e di ribellione.
Tra atroci stenti anche la marchesa morì, ma non volle mai lasciare il castello. Qualcuno giura di averla vista camminare lamentandosi avvolta dai lunghi capelli mentre molti altri riconoscono, in una macchia di umidità nella Sala del Trono, il suo volto e quello degli animali murati con lei.
In questo caso la vicenda sembra avere un fondamento storico assolutamente reale: durante alcuni lavori di restauro si dice che siano riemerse anche le sue ossa.
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