Il castello di Gradara è un complesso architettonico situato sulla collina che sovrasta l’abitato omonimo. Il castello e il borgo adiacente, protetti da una spessa cortina muraria estesa per oltre 800 metri, dominano una delle valli più trafficate da mercanti e viaggiatori durante tutto il periodo medievale: la fortezza fu anche uno dei luoghi principali in cui si svolsero gli scontri tra le agguerrite signorie locali e le milizie del Papa.
Dove si trova il Castello di Gradara?
Il maniero medievale è situato sulla sommità di una collina, a circa 140 metri sul livello del mare e a breve distanza dal suggestivo Parco Naturale di Monte San Bartolo. Dista pochissimo dalla costa marchigiana ed è incluso nella provincia di Pesaro Urbino. Una manciata di chilometri più a nord sorge il comune di Cattolica, mentre a sud est insiste quello di Pesaro. Il torrione principale del castello si innalza per oltre 30 metri e da lì è possibile dominare con lo sguardo tutta la vallata, abbracciando le vicine coste del Mare Adriatico ed il monte Carpegna, a sud ovest.
La storia del Castello di Gradara
La fortezza fu costruita intorno alla metà del XII secolo dalla famiglia De Griffo: in seguito ad alcuni attriti di carattere economico e politico con il papato, quest’ultimo sottrasse loro l’investitura della Curte Cretarie affidandola a Malatesta da Verucchio, condottiero dei Guelfi della Romagna. Quest’ultimo, noto anche come Mastin Vecchio, fu il capostipite e il fondatore della dinastia Malatesta, i Signori che per secoli dominarono le città di Pesaro, Cesena e Rimini.
Nel 1445, l’ultimo erede, Galeazzo Malatesta, decise di vendere il castello ed il borgo annesso a Francesco Sforza, in cambio di una cifra vicina ai 20 mila fiorini d’oro; tuttavia, quando Francesco giunse a Gradara, Sigismondo Pandolfo Malatesta si rifiutò di consegnargli la proprietà e di restituirgli il denaro. Ecco spiegato il motivo per cui Francesco Sforza decise di prendere Gradara con la forza, cingendo d’assedio il castello per oltre 40 giorni. Soltanto le violente intemperie e l’arrivo dei rinforzi fecero demordere Francesco Sforza, il quale si vide costretto ad abbandonare i suoi intenti.
Nel 1463, Sigismondo Malatesta fu scomunicato da Pio II e finì per scontrarsi con Federico da Montefeltro, che prese d’assalto il castello di Gradara su ordine del Papa. Dopo giorni di combattimento, Sigismondo fu costretto alla resa e il Papa consegnò la fortezza alla famiglia Sforza di Pesaro, fedele alleata del Papato. Dopo alterne vicende, nel 1641 Gradara divenne parte dello Stato della Chiesa e ciò ne decretò la fine. La fortezza, infatti, rimase abbandonata e lasciata al suo destino per secoli, finché nel 1928 fu acquistata dallo Stato italiano.
Il castello di Gradara, Gianciotto Malatesta e Paolo e Francesca
La leggenda che ha reso celebre il castello di Gradara è quella relativa al tragico rapporto amoroso tra Paolo e Francesca. Quest’ultima era la moglie di Gianciotto Malatesta, mentre Paolo era suo fratello. I tre furono nominati persino nella Divina Commedia. Nel 1275, Guido da Polenta, Signore di Ravenna, concesse sua figlia Francesca in sposa al fedele alleato Giovanni Malatesta, in quel periodo Signore di Rimini. Costui era detto Gianciotto, in quanto ciotto, ovvero zoppo, dall’andatura incerta e di brutto aspetto. Nonostante non fosse un adone, restava però un valoroso cavaliere.
La storia vuole che quando Gianciotto fu convocato a corte per conoscere la sua futura moglie Francesca, decise di inviare al suo posto il fratello Paolo, anch’egli nobile cavaliere, di bell’aspetto e molto cortese. Tuttavia, all’epoca Paolo era già sposato con un altra donna, Beatrice Orabile di Ghiaggiuolo, con cui aveva avuto due figli. Malgrado quanto detto, i due giovani si innamorarono a prima vista e fra di loro nacque una storia d’amore che si protrasse per diversi mesi, finché Gianciotto, avvertito del misfatto da uno dei suoi servitori, li colse in flagrante.
La Rocca di Gradara e i fantasmi che lo infestano
Le conseguenze della mancanza di rispetto di Paolo e Francesca nei confronti di Gianciotto furono terribili: avvertito dalla servitù, il padrone di casa finse di partire per Roma per un viaggio d’affari; in realtà tornò sui suoi passi col favore delle tenebre, in modo da sorprendere la moglie e il fratello abbracciati nel suo stesso letto. Senza pensarci un attimo, si avventò contro di loro con la spada sguainata: la storia vuole che Francesca fece da scudo a Paolo, rimanendo trafitta a morte.
La sorte di Paolo fu ancora più terribile, poiché Gianciotto, furioso per quel che era successo, lo fece cadere in uno dei numerosi trabocchetti realizzati all’interno della rocca. I cosiddetti “pozzi a rasoio” sono ben visibili ancora oggi, con le loro lame affilate posizionate sul fondo della cavità: Paolo fu fatto cadere all’interno di una di queste trappole ed il suo corpo vi rimase intrappolato per anni.
Da quel momento, la Rocca di Gradara è infestata da numerose entità soprannaturali, due delle quali sarebbero le anime dei due amanti morti così atrocemente. Secondo testimoni, l’anima inquieta di Francesca vagherebbe senza pace tra le sontuose sale della fortezza, incapace di abbandonare quei luoghi in cui conobbe il suo unico vero amore. Allo stesso modo, l’anima dello sfortunato Paolo Malatesta si aggirerebbe nei sotterranei del castello, a poca distanza da dove trovò la morte.
C’è chi sostiene di aver visto l’anima di Paolo avvolta da una fitta nebbiolina bianca nel tentativo di risalire dal pozzo nel quale fu fatto cadere. La leggenda vuole anche che Francesca appaia durante le ore notturne sui merli del castello e che da lì provi a chiamare a sé l’anima del suo amato. Ancora oggi, c’è chi giura di aver avuto sensazioni particolari nel visitare il castello di Gradara, soprattutto all’imbrunire. Il sibilo del vento che penetra dalle fessure delle finestre, gli arredamenti a tema e l’austerità dell’architettura, certamente aiutano in tal senso. A volte sembra quasi che le correnti provenienti dall’esterno assumano il tono di un lamento di dolore.
Castello di Gradara Orari:
- ROCCA Lunedì: 8.30 – 14.00 (chiusura biglietteria ore 13.00)
Da martedì a domenica: 8.30 – 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.30) Chiuso: Natale, Capodanno - CAMMINAMENTI DI RONDA Orario invernale:feriali 9:00-13:00 /14:00-17:30 festivi 10:00 – 17:30
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