Può un quadro essere maledetto? Provocare incendi nelle case dov’è appeso e allo stesso tempo rimanere intatto?
La leggenda dei quadri maledetti dei bambini che piangono ha inizio il 3 settembre 1985 nel Regno Unito, una casa fu distrutta da un incendio, ma dalle macerie, miracolosamente, fu ritrovato integro da alcuni vigili del fuoco, un quadro raffigurante un bambino che piange, la cosa più inquietante fu che non era la prima volta che succedeva, a detta del capo dei pompieri, altre case erano state divorate dalle fiamme e sempre quel quadro, o meglio, quel genere di quadro, veniva ritrovato intatto. Sì, perché ne erano stati creati diversi, sempre stesso stile: bambini che piangono.
Una società inglese tempo prima ne acquistò i diritti per riprodurli e venderli. La storia fece il giro del mondo. Il quotidiano “the Sun” a caratteri cubitali scrisse: “La maledizione fiammeggiante del bimbo che piange”! E subito dopo l’avvertimento: «Se in casa avete un quadro con un bambino che piange, dovete liberarvene. Immediatamente. Porta male!» Inutile dire che in redazione ne arrivarono diversi da persone che volevano immediatamente sbarazzarsene. Ne fu fatto un falò. L’autore di questi quadri era noto con lo pseudonimo “Giovanni Bragolin” mentre il vero nome era Bruno Amadio, un pittore veneziano (1907/8 – 1981).
Un patto col diavolo legava Bragolin ai quadri maledetti?
Diverse leggende aleggiavano su questa storia, la più famosa aveva per protagonista il famoso patto col diavolo, si diceva che Bragolin fosse un pittore spagnolo che non riusciva a vendere i suoi quadri, per questo stipulò il famoso patto, in cambio il diavolo volle che i soggetti dei suoi quadri fossero tutti bambini che piangono, da quel momento cominciò a venderli in tutto il mondo, ma si sa che quando il diavolo ci mette lo zampino…
Si diceva pure che come modelli utilizzasse orfani di guerra, maltrattandoli per farli piangere. Un’altra versione parla di un orfano soprannominato “El Diablo”, così perfido che la sua cattiveria si era riversata nei quadri.
Molte altre storie si susseguirono come quella che i quadri potevano stare appesi al muro da soli senza i chiodi, che non potessero essere bruciati, ma anche che se fossero stati tenuti nel giusto modo avrebbero portato fortuna. In realtà sembra che per i suoi soggetti, il pittore, prendesse spunto da articoli di giornali, ovviamente cambiandone l’espressione.
Dopo che anche il tabloid inglese fece la sua “apparizione” su questo caso, il panico si diffuse sempre di più e i vigili del fuoco furono costretti a fare una dichiarazione spiegando che se non prendevano fuoco era perché erano stampati su pannelli di legno molto duro e trattato che li rendeva praticamente ignifughi e che spesso i quadri cadono a testa in giù durante gli incendi riparandosi così dalle fiamme.
Inoltre ne venivano ritrovati tanti perché negli anni ’50 e ’60 ne furono vendute migliaia di copie. Nonostante le spiegazioni ufficiali, le leggende che avvolgono questi quadri maledetti non accennano a spegnersi, anzi negli ultimi anni ci hanno persino soffiato sopra, alimentandone ancora di più la fiamma.
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