Gli unicorni esistono davvero? L’umanità intera se lo è chiesto per secoli. Quel che è certo è che le leggende sull’unicorno abbondano, così come i presunti avvistamenti. Ma qual è il significato dell’unicorno e perché se ne parla ed è rappresentato dagli artisti fin dall’antichità? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Cos’è l’unicorno e qual è il suo significato?
L’unicorno (talvolta chiamato anche leocorno o liocorno) è una creatura leggendaria dotata del corpo di un cavallo e di un corno che spunta nel bel mezzo della testa. Il nome con cui viene chiamato proviene dal latino unicornis, formato dal sostantivo cornu e dal prefisso uni-, che vuol dire “un solo corno”. L’unicorno è presente in molte tele, pitture murarie e libri ed è solitamente raffigurato come un cavallo bianco dotato di un lungo corno di forma elicoidale sulla fronte. Alcune descrizioni attribuiscono a questo animale leggendario una coda leonina e quattro zoccoli bipartiti.
Fin dall’antichità, il leocorno incarna la saggezza, mentre nell’immaginario cristiano la sua furia poteva essere placata soltanto da una vergine, simbolo di purezza. Una delle numerose leggende sull’unicorno vuole che qualora il corno fosse stato tagliato, l’animale sarebbe morto. Nel medioevo, si diceva che il corno, anche detto ali-corno, fosse in grado di neutralizzare l’effetto di qualsiasi veleno. I racconti relativi all’unicorno erano particolarmente diffusi nella valle dell’Indo e presso Babilonesi e Sumeri. In seguito, comparve anche negli stemmi araldici dei Borromeo a Milano e degli Estensi a Ferrara. Nel medioevo, la fama anti-venefica del suo corno divenne celebre: naturalmente, ossa di altri animali, zanne di narvalo e corni di rinoceronte venivano utilizzati per simulare l’ali-corno.
Le leggende relative a questo animale si susseguirono fino agli inizi dell’Ottocento, quando l’impossibilità di trovarne un esemplare avrebbe indirizzato definitivamente la scienza ad escluderne l’esistenza. L’unicorno è stato presente fino al Settecento nei bestiari medievali e nelle farmacie papaline e reali. Tra le contrade del palio di Siena, anch’esso di origini medievali, compare anche quella del Leocorno. Nel corso del tempo, alcuni autori lo hanno raffigurato persino alato, creando una sorta di mix tra pegaso e un unicorno.
Il significato dell’unicorno nell’arte
Moltissimi artisti hanno raffigurato l’unicorno come simbolo di purezza verginale, come avviene nel dipinto di Luca Longhi La dama e l’unicorno (datato al 1550). La religione cristiana per secoli ha fatto dell’unicorno un simbolo di purezza, castità e verginità; anche il tema ricorrente del carro del trionfo della Castità è sempre trainato da due o più unicorni. La figura dell’unicorno compare anche nei numerosi bestiari medievali, che descrivono le qualità leggendarie dell’animale, ad iniziare dalla capacità di neutralizzare i veleni.
Presunte prove a sostegno dell’esistenza dell’unicorno
Moltissimi autori antichi avrebbero descritto le fattezze fisiche dell’unicorno, affermando che quest’animale esistesse davvero e vivesse ai confini del mondo conosciuto. Nel corso dei secoli, molti avventurieri ed esploratori hanno cercato animali che avessero caratteristiche simili. A sostegno di questa tesi esistono alcune prove fossili, mai confermate. Nella cosiddetta Cava dell’Unicorno, situata in Germania, alcune di queste prove vennero montate direttamente dal sindaco di Magdeburgo nel 1663. Le ossa impiegate per la ricostruzione dello scheletro del supposto unicorno furono poi attribuite ad un mammuth e ad altri animali.
I corni più diffusi all’interno delle wunderkammer medievali e rinascimentali (le cosiddette camere delle meraviglie) erano spesso zanne di narvalo, un cetaceo che vive nelle acque dell’Artico. Queste zanne, in virtù della loro lunghezza (possono raggiungere i 3 metri) e della loro struttura elicoidale, venivano commerciate e pagate a peso d’oro. Anche l’orice araba, se vista di profilo, può dar luogo a fraintendimenti. L’orice araba è un’antilope dotata di due grandi corna che spuntano dalla fronte. Guardando questi animali di profilo e da una certa distanza è possibile scambiarli per cavalli muniti di corno. È verosimile che alcuni viaggiatori abbiano potuto scambiare questi animali per unicorni.
Altri studiosi, invece, fanno risalire la leggenda dell’unicorno ad animali preistorici dotati di grandi corni come l’elasmoterio o il rinoceronte lanoso, un enorme rinoceronte vissuto tra le steppe dell’Eurasia e dotato di un grande corno sulla fronte. Anche il rinoceronte lanoso si estinse a causa dei cambiamenti climatici occorsi al termine dell’ultima glaciazione. Persino Marco Polo, diversi secoli dopo, scrisse di aver avvistato un grande unicorno sull’isola di Giava: ovviamente, la sua descrizione si riferiva chiaramente a quella di un rinoceronte.
Nelle steppe del Kazakhistan è stato rinvenuto un cranio dotato di un corno molto lungo, datato a circa 30 mila anni fa, appartenente ad un esemplare di Elasmotherium che somigliava vagamente a un grande equino. Il leggendario unicorno, quindi, potrebbe dipendere da una descrizione orale, relativa a un animale che gli uomini preistorici videro realmente.
Il significato del tatuaggio con l’unicorno
Gli unicorni sono visti come creature nobili e coraggiose. Il loro corno rappresenta la forza. Inoltre, l’unicorno incarna da sempre la purezza d’animo, una qualità molto ricercata e sempre più rara. Ecco spiegato perché è stato idealizzato da infinite canzoni, storie e leggende e perché resta uno dei tatuaggi più diffusi.
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