Napoli incanta per la sua straordinaria bellezza, ma anche per la magia che avvolge la sua nascita.
Suadente, vibrante e orgogliosa, Napoli è una delle città più antiche dell’Occidente, e le radici della sua genesi si perdono tra versi omerici e leggende tramandate dai nostri avi.
LA LEGGENDA DELLA SIRENA PARTENOPE
Dalle nebbie omeriche arriva a noi il Canto XXII dell’Odissea, dove si narra delle gesta di Ulisse contro le meravigliose sirene ammaliatrici: Ligeia (“voce squillante”), Leucosia (“dea albina”) e Partenope (“la vergine”).
Le tre sorelle vivevano in solitudine in mezzo al mare, riparate da rocce marine, poiché i marinai le consideravano letali a causa della loro splendida voce, capace di far perdere il senno a chiunque l’avesse udita.
La leggenda narra che Ulisse, giunto in corrispondenza della loro dimora, decise di farsi legare all’albero maestro affinché le sue orecchie potessero ascoltare il canto fatale senza però condurlo a morte certa.
La seduzione messa in atto dalle sirene non ebbe quindi l’effetto sortito, e questo provocò profondo sgomento tra le sorelle che, affrante, decisero di mettere fine alla loro esistenza gettandosi dalla roccia più alta.
Furono le correnti a decidere il luogo di sepoltura della bellissima sirena Partenope, poiché il mare adagiò le sue membra presso l’isolotto di Megaride.
La magia si completò nel momento in cui il suo corpo si dissolse nel terreno, conferendo alla morfologia del Golfo il segno inconfondibile della sua presenza: la testa si appoggiò dove ora sorge la collina di Capodimonte, mentre sulla sua coda sorse la collina di Posillipo.
IL MITO DI PARTENOPE E VESUVIO
Intorno all’800 cominciò a diffondersi un’altra leggenda riguardante la figura di Partenope. Il mito ci racconta che Partenope, una sirena che aveva come proprio rifugio la costa del Golfo, grazie all’intervento del dio Eros e dei suoi dardi magici, conobbe e si innamorò di un centauro di nome Vesuvio, venendo ricambiata totalmente.
I due amanti, però, avevano un nemico troppo potente da poter combattere: Zeus, a sua volta innamorato di Partenope, non accettò di buon grado questa unione, e decise di dividerli per sempre.
Trasformando Vesuvio in un vulcano posto in prossimità del Golfo, impose a Partenope di vederlo e non poterlo mai più toccare.
La giovane non accettò questa maledizione, e seguendo il dolore provato per la passione destinata ad essere sofferenza, si uccise.
Trasportata ormai esanime fino alle sponde dell’isolotto di Megaride, si dissolse nelle forme che ora caratterizzano la meravigliosa Napoli.
LA LEGGENDA DELLA GIOVANE PARTENOPE
Sebbene la tradizione voglia riconoscere alla sirena Partenope la fondazione di Napoli, ci sono altre leggende che aspirano a dare i natali a questa splendida città.
Secondo Matilde Serao, brillante scrittrice del primo ‘900, il mito si ricondurrebbe ad una ragazza greca, Partenope, che lottò per il suo amore Cimone, un eroe ateniese. Non potendosi unire in matrimonio, poiché ella era stata promessa in sposa ad altri, decisero di fuggire approdando nel Golfo di Napoli.
In pieno stile napoletano, si dice che questa famiglia visse nell’amore e rispetto più totali, dando alla luce 12 amati figli. Prole che poi diede vita al popolo napoletano.
Ecco perché Partenope fa parte attuale della vita di coloro che amano definirsi “partenopei”: lei vive attraverso il suo popolo, dispensando il calore e la passione che l’hanno sempre contraddistinta.
PARTENOPE E IL VIAGGIO DELLA SPERANZA
Esiste una quarta leggenda legata alla figura di Partenope, decisamente sconosciuta ai più, ma forse storicamente più credibile e vicina a quello che è lo spirito partenopeo.
Tutto nasce da una regione greca afflitta da troppo tempo da una grave carestia, e destinata perciò a scomparire.
Il re, in un ultimo disperato tentativo di salvare almeno un piccolo gruppo di giovani dall’infausto destino, decide di imbarcarlo alla volta di una terra più feconda ed ospitale, senza però poter dare loro nessun tipo di provviste alimentari.
Sebbene ciò potesse apparire disumano ed impietoso, a questi giovani che avevano in corpo la gemma della vita veniva di fatto concessa una remota possibilità di sopravvivenza.
Il viaggio verso la salvezza però, poiché costellato di tempeste, uragani, privazioni e stenti infiniti, costerà la vita alla più giovane delle tre principesse che erano a bordo, Partenope.
Ella non calpesterà mai il suolo della città che, affacciandosi sul Golfo, si animerà e fiorirà grazie a questo sparuto gruppo di giovani, ma entrerà a far parte della storia e del folklore napoletano in nome della sua anima immortale.
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