La casa che scompare nel nulla: Villa Capriglio
Torino è, insieme a Londra e San Francisco, una delle città più esoteriche del mondo. Sono innumerevoli i misteri che la città cela, sia per chi pratica le arti magiche a fin di bene che per coloro che hanno provato a entrare in contatto con entità negative, e di certo le leggende che ruotano intorno ai suoi monumenti e ad alcuni luoghi che le appartengono non fanno ben sperare.
È il caso, d esempio, di Villa Capriglio. Per la precisione, Villa Capriglio non si trova esattamente nel centro di Torino, ma più propriamente a Pino Torinese, sulla strada statale che conduce a Chieri.
Si tratta di un edificio oggi abbandonato, che a suo tempo è certamente stato un luogo di rilievo nel panorama torinese, grazie soprattutto al suo aspetto molto gradevole: la sua facciata, così come gli arredi interni, sono in pieno stile barocco piemontese, tanto apprezzato dai Savoia (che, infatti, si interessarono fortemente alla dimora).
L’abitazione presenta due piani, arredati con gusto e con molto impegno, e presenta alle sue spalle un giardino di oltre 2000 metri quadri, nel quale probabilmente i nobili abitanti e gli ospiti si concedevano ore di relax.
La sua costruzione iniziò nel 1706, ma la dimora assunse l’aspetto che oggi è possibile osservare solo nel 1761. Fu dichiarata con il nome di Vigna Marchisio, che era anche quello dei suoi primi abitanti, ma è bene fare attenzione: il termine “vigna” non sta a indicare una villa destinata a produrre e lavorare l’uva, bensì un luogo dove i nobili si deliziavano dedicandosi ai piaceri della vita. Già il nome dice molto in merito alla storia di questa abitazione.
I proprietari e le prime voci sinistre su Villa Capriglio
La residenza non è appartenuta sempre alla famiglia Marchisio, come testimonia il suo attuale nome. Circa 40 anni dopo l’inizio dei lavori, infatti, fu venduta dai proprietari a Giovanni Paolo Melina di Capriglio, probabilmente poiché i primi persero interesse a causa della lentezza dei lavori.
Comunque, dopo pochi anni in seguito all’acquisto, la villa fu completata e iniziò a dare vita alle tante leggende che oggi la circondano e che l’hanno spinta verso l’attuale stato di abbandono.
Quando anche i figli di Giovanni Paolo Melina di Capriglio morirono, la casa fu trasferita al demanio, e rimase in queste condizioni per molto tempo.
Tuttavia, nel corso dei primi anni (prima che la costruzione fosse terminata) i Savoia manifestarono il loro interesse in maniera singolare, poiché si racconta che la villa fosse il luogo prediletto nel quale Vittorio Amedeo II di Savoia portava la sua amante per vivere notti di passione e promiscuità.
Nel 1878, Villa Capriglio, fu acquistata dalla famiglia Cattaneo (mantenendo il precedente nome) e fu venduta nella seconda metà del secolo scorso al Comune di Torino.
Vi sono testimonianze comprovate e leggende metropolitane che riguardano la villa durante tutti quegli anni, le quali raccontano di orge tra nobili, terminate con morti misteriose o con donne scomparse e mai più ritrovate. Si racconta, poi, di strane torture, di rituali particolari e di feste promiscue e pericolose. Le voci, a un certo punto, diventarono così insistenti che chiunque passasse da quelle parti cercava di superare velocemente l’abitazione.
La scoperta durante il restauro nella villa di Pino Torinese
Il Comune ha provato più volte a donare nuova luce e aumentare il valore di mercato delle case infestate a Torino, e proprio in quest’ottica nel 1971 (in seguito a un grave furto) commissionò un restauro dello splendido edificio. Tuttavia, a un certo punto, i lavori furono interrotti e mai più ripresi per via di una macabra scoperta: nelle fondamenta della villa furono scoperti stretti e trasandati corridoi, che conducevano a una stanza dalla forma di un perfetto ottagono.
Secondo gli esperti che all’epoca effettuarono il sopralluogo, le misteriose segrete furono costruite in seguito al completamento della dimora, orientativamente intorno al 1800.
L’ottagono, così come il pentagono, è una forma geometrica legata al culto della magia nera, proprio per questo motivo iniziarono a circolare delle voci secondo le quali nelle fondamenta della villa venissero celebrate messe nere e riti satanici, il che spiega l’attuale appellativo della casa: l’agghiacciante “casa del diavolo”. Addirittura, secondo alcuni quella famosa camera ottagonale, alla quale si può accedere solo attraverso corridoi molto stretti e dall’aspetto sinistro, sia la porta dell’inferno.
Il Comune ha messo Villa Capriglio in vendita?
È dal 2016 che il Comune di Torino ha messo la villa in vendita, eppure nessuno sembra interessato ad acquistarla. Di certo, complici sono le voci che ancora oggi girano intorno all’edificio. In particolare, gli abitanti di quella zona evitano di avvicinarsi, poiché affermano che la casa porta morte e distruzione, e poiché non è raro assistere a spettacoli sinistri, tra cui il passaggio di alcuni spiriti, il risuonare di un pianoforte e di alcune risate.
Eppure, la cosa più curiosa e di certo non correlata alla magia bianca, è la voce secondo la quale – nelle notti di luna piena – la casa scompaia nella nebbia, e anche chi si trova a due passi da essa non riesca a vederla.
Secondo gli abitanti della zona, è come se la villa si nascondesse alla loro vista per ospitare privatamente le feste dei suoi spiriti, per poi ricomparire il mattino seguente.
Di certo, al di là della superstizione, la storia che avvolge Villa Capriglio è molto curiosa, e spiega alla perfezione perché Torino, negli anni, sia stata accreditata come una città legata alle arti oscure.
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