La foresta di Hoia Baciu si espande pochi chilometri a ovest della cittadina di Cluj-Napoca, nel cuore della Transilvania. Copre un’area di oltre 3 chilometri quadrati ed è quasi completamente in pendenza, estendendosi dal declivio della collina che si erge di fianco al fiume Someșul Mic, fino al bacino del fiume Nadăș. Tutta l’area è ricca di sorgenti e include persino un piccolo specchio d’acqua, abitualmente frequentato da escursionisti e amanti della natura.
Hoia Baciu Forest, un luogo tra i più suggestivi della Transilvania
Nel cuore della foresta fu scoperto uno dei più vecchi insediamenti preistorici di tutta la Romania (secondo gli studiosi si tratterebbe di un sito risalente al Neolitico, datato oltre 8500 anni fa). Recentemente, è stata realizzato anche una pista ciclabile che attraversa parte della foresta, insieme ad alcune aree attrezzate destinate alla pratica di sport come il paintball, il softair e il tiro con l’arco.
Nonostante la bellezza della foresta e la presenza di infrastrutture dedicate agli amanti dello sport all’aria aperta, la foresta di Hoia Baciu resta un luogo scarsamente frequentato e conosciuto soprattutto per i fenomeni paranormali ai quali molte persone giurano di aver assistito.
Il Triangolo delle Bermuda della Transilvania
Più che per la sua bellezza, la foresta di Hoia Baciu è nota per la sfilza di presunti fenomeni paranormali che qui hanno avuto luogo e ai quali è stato spesso difficile dare una spiegazione razionale.
In tanti giurano di aver notato movimenti sospetti, ombre aggirarsi tra gli alberi e persino luci ed oggetti non identificati sospesi al di sopra del bosco e messi in connessione con forme di vita extraterrestri.
Una delle leggende più note narra si trattasse della casa del diavolo, tant’è che i nonni di inizio Novecento intimavano ai loro nipoti di tenersi lontani da questo luogo, perché popolato da presenze maligne. Ancora oggi, sono tante le leggende che attribuiscono alla Hoia Baciu Forest la reputazione di luogo pericoloso e infestato.
Uno dei misteri più incredibili è racchiuso nella forma di alcuni alberi. Nonostante la foresta sia molto vecchia (la maggior parte delle essenze che vi crescono hanno più di due secoli), moltissimi fusti appaiono giovani, dotati di tronchi sottili e, in moltissimi casi, caratterizzati da forme insolite, piegati alla base e ricurvi su un lato. E come se non bastasse, nel cuore della foresta vi è un punto perfettamente circolare, nel quale non cresce nemmeno un filo d’erba. Biologi e botanici hanno più volte analizzato il terreno, senza individuare alcuna anomalia.
Negli anni le leggende si sono susseguite ad un ritmo talmente elevato da fare in modo che la foresta fosse indicata come il “Triangolo delle Bermuda” della Transilvania: chi vi si addentra è destinato a restarvi intrappolato per sempre.
Il mistero di Sift e la foto di Barnea
Alcuni decenni or sono, il biologo Alexander Sift fu improvvisamente colto da un malore mentre indagava la foresta: ebbe la febbre alta per due settimane e il suo corpo si riempì di strane ustioni.
In seguito, Sift tornò più volte sul luogo, provando a fornire spiegazioni scientifiche dell’accaduto. Egli individuò alcune zone ad elevata radioattività, che avrebbero potuto causare la comparsa di sintomi molto simili a quelli della cheratosi attinica, un disturbo cutaneo causato dall’esposizione prolungata ai raggi UV emessi dal sole.
Il 18 agosto del 1968, un ex ufficiale rumeno di nome Emil Barnea, affermò di avere osservato per alcuni minuti un UFO mentre stava passeggiando con la sua fidanzata. Scattò anche una fotografia, poi diventata celebre. La foto fu oggetto di numerose controversie: il direttore dell’osservatorio astronomico di Cluj affermò si trattasse di un semplice pallone aerostatico ripreso da un’angolazione particolare, mentre alcuni esperti giudicarono la foto autentica ed inspiegabile.
Nel corso del tempo, in tanti hanno giurato di aver sentito distintamente l’urlo di una bambina che, secondo una leggenda, si perse nella foresta per più di cinque anni. Quando fece ritorno dalla stessa, la bimba aveva lo stesso aspetto e gli stessi abiti che indossava il giorno in cui si smarrì.
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