Sedini è un piccolo comune di 1352 abitanti e dista 50 km dal capoluogo Sassari. Per le numerose grotte presenti doveva essere già abitato in epoca preistorica. Nel centro del paese possiamo trovare la domus de janas – la casa delle fate o “La Rocca”come la chiamano gli abitanti, inizialmente era una necropoli scavata nella roccia, sembra che risalga al III millennio A.C.
La domus de Janas ha una serie di ambienti di diverse epoche, si passa dal Neolitico al Medioevo all’Ottocento, separati e distribuiti su vari livelli. Ancora oggi conserva un grande focolare al centro della stanza scavato nella roccia, come anche delle scale a chiocciola interamente ricavate nella pietra.
La Domus de Janas ha un passato movimentato
La rocca ha alcune caratteristiche veramente particolari, risulta come la più grande della Sardegna perché realizzata da un enorme masso che si trova in superficie. Come grandezza è circa quanto un palazzo di 3 piani, un totale di 129 mq, è parte integrante del paese all’interno del centro storico.
Generalmente, invece, si trovano in luoghi sperduti e non raggiungibili. Ha un passato movimentato, nei secoli è stata utilizzata in vari modi, è stata una prigione verso la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, poi un ricovero per animali, una sede di partito ed una abitazione privata.
Negli anni ’90, dopo l’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale, è stata trasformata in un museo permanente delle tradizioni etnografiche di Sedini e dell’Anglona, con visite guidate giornaliere.
La leggenda vuole che sia abitata dalle fate, figure minute e graziose ma che possono diventare dispettose in base al comportamento degli uomini.
Riguardo al significato del nome, Buttitta (antropologo), spiega anche che “Domus de Janas” può tradursi come “Casa delle Janas”; ossia, assumendo questo nome nella sua accezione più comune e diffusa, delle “streghe” o delle “fate”.
In questa necessaria duplice traduzione, continua lo studioso, è insita una solo apparente contraddizione. Se le “streghe” sono esseri nefasti e malevoli e le “fate” esseri positivi e donatori di benessere, le janas sono “streghe cattive” e “fate buone” allo stesso tempo, “streghe-fate”, entità sovrannaturali e misteriose ovvero potenti entità extraumane di sesso femminile che possono intervenire variamente tra gli uomini, ora recando morte e disgrazia, ora vita e ricchezza. Tutto sta nel saperle “capire”, nel conoscere i modi e i tempi in cui poterle rendere benevolenti (I. E. Buttitta, “Verità e menzogna dei simboli”, Meltemi, Roma 2008)
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