ESISTE LA PORTA DELL’INFERNO?
La porta dell’inferno esiste e si trova in Turkmenistan, i turisti e i nativi la chiamano anche “La porta degli inferi o i cancelli dell’inferno”.
Situata a 260 kilometri da Ashgabat, in mezzo al deserto del Karakum, la porta dell’inferno brucia ininterrottamente dal 1971. Questa voragine non è di origine naturale, ma artificiale. Attrae migliaia di visitatori da tutto il mondo, la sua superficie è di 5350 metri quadrati.
Qual è la sua storia? Com’è nata la porta dell’inferno?
Nel 1971 alcuni geologi sovietici erano alla ricerca di petrolio e iniziarono a trivellare nel villaggio di Derweze, che per pura casualità significa “porta”, con una piattaforma di perforazione. La trivella a un certo punto raggiunse una sacca di gas naturale e il terreno sottostante ebbe un cedimento e franò, inghiottendo completamente tutte le attrezzature, ma fortunatamente non ci furono vittime.
Pensando che il gas velenoso potesse arrecare danni diffondendosi, decisero di appiccare il fuoco, sperando che il gas si estinguesse. Ovviamente non fu così e ancora oggi le fiamme continuano ancora ad ardere.
Nel novembre 2013, il National Geografic organizzò una spedizione e l’esploratore George Kourounis, che fu il primo a scendere nel cratere, scoprì, prendendo dei campioni di terra, che dei batteri potevano sopravvivere a quelle altissime temperature. Questi particolari batteri sopravvivevano solo dentro il cratere ma non nei dintorni.
Di notte, il cratere con i suoi 70 metri di diametro e circa 20 di profondità, è visibile a chilometri di distanza, con un effetto altamente scenico e anche il suo caratteristico odore sulfureo pervade tutta la zona circostante. Da anni si è diffusa la leggenda che sia un fenomeno soprannaturale.
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